Un volo di farfalla sulla nostra FAD: “Inno alla forza della vita”

Ott 15, 2022 | Senza categoria

Condividiamo la restituzione dell’esperienza di formazione alla nostra FAD su “La Spiritualità del prendersi cura: Inno alla forza della vita di Hildegard von Bingen”, come un dono prezioso ricevuto e re-distribuito per tutti.
La sensibilità dell’autrice insieme al suo talento nel saper trasferire emozioni dal cuore alla penna, nella parola scritta, possano essere sincero invito alla partecipazione alla FAD e un rinnovato ringraziamento ai relatori.
La firma dell’autrice è una farfalla simbolo della spiritualità e della rinascita, che svela, in un elegante volo, tutta la sua bellezza e purezza d’anima:

Carissima Prof.ssa Argentino
,

come era mio desiderio, le invio i miei remarks sulla FAD Summer School 2021: “La Spiritualità del prendersi cura – Inno alla forza della vita “.

Ho avuto modo di seguire tutti i Relatori, ma comprendo bene che è necessario tornarci su ancora e ancora.
Un primo ascolto non può essere sufficiente nè esaustivo, almeno per me, che ho bisogno di interiorizzare tutto a piccole dosi, perché le Relazioni sono state intense e sì di profondo spessore scientifico-accademico, ricche di tante suggestioni che spaziano in tutte le discipline, persino la fisica e la matematica, ma a tratti complesse e vertiginose, nel senso più largo del termine.
Turbinio e capogiro di nozioni e reti intrecciate, come in un abbraccio.

Che dire della Summer School, se non che è stata sapientemente orchestrata?
Non è nella mia natura incensare chi ho di fronte, ma credo necessario rendere lode a Dio per le creature che ha fatto davvero con sapienza, ma anche dare il giusto e meritato tributo a chi questa sapienza la esercita e la fa trafficare.

Conoscere lei, cara Prof.ssa ed entrare sotto le grazie del Master è stata non solo una grande avventura di scoperta, ma un privilegio, un’occasione propizia, un kairos nel qui ed ora della mia storia personale.

La Summer School “La Spiritualità del prendersi cura”, dice tutto l’ingegno di chi l’ha mossa e l’ha curata come sua creatura.

Voglio però dire qualcosa a coloro che l’hanno nutrita, ognuno con il suo originale contributo, e lei saprà perdonare questa mail lunga quanto un’autostrada, alla quale dovrà sacrificare del suo tempo prezioso.

Giovanni Salonia: l’uomo mite e il mito. Capace di abbracciare fuoco e cenere, di fare perfetta letizia del giogo del dolore e del bacio dell’amore. Di lui si può dire tutto, perché contiene il tutto in un respiro largo.

Antonio Sichera: l’anfora che custodisce tutti i profumi e le essenze più raffinate. Penetrante come una spada a doppio taglio.

Rosaria Lisi: un’epifania, una scoperta da custodire e far vibrare, far risuonare, come sa fare con la sua voce che conduce.

Gaetano La Speme: è l’albero rigoglioso, mi parla della bellezza, il latte che alimenta l’uomo. Che succhia la vita dal seno fecondo di Dio.

Emiliano Strino: è il rosario della fraternità francescana, annodato a doppio filo alla comunità dei viventi, suoi fratelli e sorelle, nella creazione in divenire.

Ernesto Burgio: il flusso della grazia che irrompe. Il vagito che rapisce, il pozzo a cui attingere. L’uomo che scruta tutto l’infinito per scoprirne il suo segreto e custodirlo.

Andrea Minelli & Giovanni Basti: saperi che mi trascendono e confondono. Che fanno memoria della mia piccolezza. Una nana sulle spalle dei giganti.

Giorgio Bonaccorso: Salonia dice di lui che è imprendibile. Sì, proprio così, non ha nessun laccio, se non quello dell’amore agli esseri che comunicano esistenza. È il santuario del divino, è spazio dello Spirito. Un cercatore di tesori. Uno scopritore di strade.

Gianfranco Tajana: l’utero del mistero svelato. Il sillabo accattivante della Scienza. Scrigno dello scibile immenso. Traghettatore della conoscenza alta.

Erica Poli: incapace di riassumerla. Immanente come la coscienza. Un divenire che non si può arrestare. Una linea retta in cui Dio si curva per accogliere il suo flusso irrefrenabile e travolgente. I suoi interrogativi dialogano tra la coscienza e il deja vu, la bellezza e la neuroteologia, tra la danza e la religio, la memoria e la forma, tra la percezione e la realtà, il sogno e il commensurabile, tra il mistero e ciò che è già svelato, il chronos e il salto incommensurabile.

Daniela Lucangeli: la rete ferace del Pescatore di lungo corso, nel mare aperto della conoscenza, che raccoglie le perle più nascoste dai fondali dell’universo senziente ed emozionale, spirituale e metaforico. Giara colma ed inesauribile insieme.

Last but not least:

Paola Argentino: è un fuoco sacro. È Dea sapiente, i cui figli sono le lunghe braccia dell’ingegno creativo che la muove, pure sulle acque di quell’arcano esistere. La Musa che ispira ed orienta, che ogni artista vorrebbe sedurre. Atena della saggezza, archetipo di stratega vincente. Se fosse una lirica, sarebbe “Mattina”, il folgorante enunciato ungarettiano: “M’illumino d’immenso”.
Ambasciatrice fedele di Ildegarda. Non forse entrambe tessitrici di luce?

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