Maschera & Volto: la danza della consapevolezza

Set 17, 2022 | Prendersi cura in forma di poesia

La maschera e il volto. La finzione e la realtà. La bugia e la verità. L’immagine che di noi offriamo e la nostra profonda identità. Superficiale giocare a porre in contrapposizione tali dimensioni della vita. Semplicistico considerare, entro una visione statica delle cose, l’uno aspetto negativo e l’altro positivo. Maschera e volto, infatti, non sono mai punti fermi nella trama della vita. Al contrario essi fanno parte di un processo che progressivamente, sebbene non in modo lineare, conduce la persona alla consapevolezza di sé. Un processo lento e contraddittorio. Un processo che avanza tornando sui propri passi. Un processo tuttavia inesorabile. Infatti – e lo scrive a chiare lettere il Nobel per la letteratura Derek Walcott – “Tempo verrà/in cui, con esultanza,/saluterai te stesso arrivato/alla tua porta, nel tuo proprio specchio”. Tempo verrà in cui la maschera darà il benvenuto al volto e “ognuno sorriderà al benvenuto dell’altro,/e dirà: Siedi qui. Mangia”. Maschera e volto insieme, alla mensa della consapevolezza. E proprio dalla consapevolezza di sé, nell’uni(ci)tà delle proprie maschere e del proprio volto, fluisce l’amore per se stessi. Prosegue infatti il poeta: “Amerai di nuovo lo straniero che era il tuo Io./Offri vino. Offri pane. Rendi il cuore/a se stesso, allo straniero che ti ha amato/per tutta la tua vita, che hai ignorato/per un altro che ti sa a memoria”. Come a dire, non c’è amore per se stessi senza consapevolezza di sé. E non si raggiunge tale consapevolezza senza la faticosa e spesso dolorosa integrazione tra maschera e volto. È un processo che coincide con il tempo della vita. Con il tempo necessario per vivere la pienezza del nostro esserci. Un tempo dove il presente riscopre il passato e i ricordi si illuminano di una luce nuova: “Dallo scaffale tira giù le lettere d’amore,/le fotografie, le note disperate,/sbuccia via dallo specchio la tua immagine”. Un tempo in cui il futuro, finalmente, si fa presente come festa della vita: “Siediti. E’ festa: la tua vita è in tavola”.
ANDREA SOLLENA
Didatta della Scuola di Formazione in Counselling Socio-Educativo
Istituto di Neuroscienze e Gestalt “Nino Trapani”